Cappuccetto Mortissimo

Ed ora, come dicevano i Monty Python, qualcosa di completamente diverso.

Recensione

Ed ora, come dicevano i Monty Python, qualcosa di completamente diverso. Diverso sì, ma al contempo straordinario: Cappuccetto mortissimo (rosso).

Dopo molti anni passati nell’Ade delle fiabe, Cappuccetto Rosso torna nel mondo dei vivi per portare alla nonna alcuni deliziosi dolcetti (a sua insaputa) avvelenati. Dolciumi con i quali i suoi genitori vorrebbero uccidere l'agguerrita vecchietta, in modo da poter spendere i soldi dell'eredità e lasciare così il vecchio e umido feretro che li ospita per comprare un bel mausoleo dove stare più comodi.

Inizia così il nuovo viaggio di Cappuccetto, tra boschi ingrigiti, lupi pavidi e di imbranati, citazioni letterarie e rimandi filmici che la narrazione sviluppa in maniera impeccabile mediante un’accorta mescolanza temporale, arrivando a definire i contorni di un'opera magnificamente scomoda.

Il libro, edito da Valentina Edizioni in elegante versione cartonata, restituisce un'opera unica, in cui Lewis Murillo affronta, con imprevedibile coraggio, il tema della morte, qui “vissuta” con dissacrante ironia. Un tema delicato, spaventevole e ansiogeno che diverrà certo motivo di garantite discussioni non solo per il proprio target di riferimento, ma anche per i genitori stessi, alcuni dei quali potrebbero rimanere destabilizzati dalla struttura narrativa.

A dare dinamicità alla vicenda sono, infine, le illustrazioni, buffamente macabre che riescono a raccontare in scala di grigi i pochi colori, qui alimentati da riuscite sfumature alternate a pencil line, in grado di dare vitalità ad inquadrature ineccepibili.

Loris Gualdi